mercoledì 16 maggio 2012

Tenerife mi terra


Chi leggendo questo nome non pensa subito al fantastico mare e alle palme mosse da una leggera brezza calda che si susseguono su fine sabbia bianca? Nessuno. Tutti conosciamo Tenerife e la sua bellezza ma non tutti la sua magia.
Solo chi è stato sull’isola dell’eterna primavera può davvero capire l’immenso fascino dal quale si è circondati. 






 Circondata dall’Oceano Atlantico, a pochi chilometri dalla costa africana, Tenerife è la più conosciuta delle isole dell’arcipelago canario. Il suo nome molto probabilmente deriva dal Teide, il suo famosissimo vulcano, difatti Tene significherebbe montagna e ife bianco in virtù del fatto che la cima di questo alto vulcano di tanto in tanto fosse innevata. Diversi popoli sono passati da questa terra e di volta in volta l’appellativo è cambiato ma al centro di tutto c’è stato sempre il Teide con la sua neve e con il suo fuoco.
L’isola di Tenerife si è formata in seguito a numerose eruzioni vulcaniche (l’ultima delle quali il 18 novembre 1909) e in virtù di ciò è molto ripida. La formazione di quest’isola iniziò circa 50 milioni di anni fa nel profondo dei mari e pian piano è venuta fuori, insieme ad altre piccole isole, e 200.000 anni fa cominciò a sollevarsi con il Teide nel suo centro. Come una creatura marina arrivata dai più profondi abissi ha continuato a mostrarsi infinitamente belle durante il corso dei secoli fino a diventare oggi una delle mete più ambite per i vacanzieri di tutto i l mondo.

Storia di Tenerife

Nota già al tempo di romani Tenerife a quell’epoca era identificata con il nome di Nivaria (nix, nivis= neve) in riferimento alla neve che copriva il noto vulcano. È stata l’ultima isola ad essere conquistata dagli spagnoli e all’epoca era divisa in nove distretti detti menceyatos, piccoli regni dei Guanci che si arresero alla Corona di Castiglia nel dicembre del 1495. Con l’arrivo degli spagnoli gran parte della popolazione nativa dell’isola fu ridotta in schiavitù e iniziarono ad arrivare diversi immigranti spagnoli e non solo.



 Le immense foreste di pini vennero abbattute per far posto alla coltivazione di canna da zucchero seguita da quella della vite, delle banane e della cocciniglia. Nel 1797 l’isola venne attaccata dagli inglesi. Orazio Nelson arrivò a Santa Cruz de Tenerife, capitale dell’isola, il 25 luglio ma li trovò il popolo infuriato a difendere la propria libertà e fu respinto con tutta la sua truppa. Successivamente i britannici provarono un altro attacco nella regione di Puerto Santiago ma fu nuovamente respinto.
Leggenda vuole che in quell’occasione gli abitanti della Valle di Santiago fecero rotolare dei grossi massi dalle altissime scogliere di Los Gigantes e allontanarono gli inglesi. Nei secoli successivi Tenerife non fu immune da altre “visite” ma pian piano diventavano sempre più gradite poiché volte alla scoperta delle infinite bellezze che nascondeva. Il primo ad accorgersi di ciò fu Alexander von Humboldt che salì fin in cima al Teide. Dal 1890 iniziarono ad arrivare i turisti che sostavano soprattutto nella zona di Puerto de la Cruz e di Santa Cruz di Tenerife.
Nel 1936 è in questi posti che Francisco Franco progettò il suo colpo di Stato che scatenò la guerra civile spagnola. Nello stesso anno le canarie erano dominate dai nazionalisti e molti degli abitanti furono soggetti a persecuzione. Nel primo dopo guerra la miseria costrinse diversi abitanti ad emigrare, in particolare verso il Venezuela da allora in poi chiamata con affetto la “Octava isla”.
Oggi Tenerife appartiene alla Comunità Autonoma delle Isole Canarie facente parte dello Stato spagnolo e la sua capitale è Santa Cruz de Tenerife che lo è stata di tutte le canarie dal 1833 al 1927. Nel 1927 un decreto stabilì che la capitale delle canarie fosse condivisa con Las Palmas di Gran Canaria e San Cristobal de la Laguna.

Golf de Sur "montana rogia"
Ogni viaggio merita un ricordo e a Tenerife i ricordi non si dimenticano. In ogni festa e tradizione dell’Isola trovi i migliori prodotti che sembrano essere fatti apposta per te. Una bottiglia di rinomati vini, premiati nei concorsi più prestigiosi d’Europa, un buonissimo formaggio, i mojos, tipiche salse canarie, o un barattolo di miele elaborato con i fiori endemici dell’Isola, sono solo alcuni dei molti regali che porti a casa e ricordare così il tuo viaggio attraverso i sapori. Meritano un posto in valigia anche i centrini tipici, gli articoli di ceramica o le tipiche sculture in legno.






Nell'imminenza della Giornata delle Canarie (30 maggio per l'esattezza), prendo a mettere uno dei piatti che penso, insieme con il coniglio in salmorejo, salato e escaldón /pesce, sembra più caratteristico di questa terra. Questo è il rancho canarino, un piatto che ho iniziato a godere di recente.
Dopo che amici del posto mi hanno raccontato che cosa mangiano a casa  loro.......
Ma questa è un'altra storia.
Un giorno un paio di mesi fa ho iniziato io stessa a preparare il  rancho, e sono rimasta piacevolmente sorpresa del risultato. Per questo motivo e perché è un piatto obbligatorio in ogni casa canarina,
( ed io sto pensando a una casa mia canarina!)  l'ho messo qui.
Devo dire che non è la ricetta ufficiale, in quanto quella è molto  più elaborata è la mia versione che è più semplice da realizzare...  nei i tempi, il tempo è denaro ...

RANCHO
                                                                          
 Gli ingredienti:

    1 cipolla media
    ½ peperone rosso di media verde.
    6 o 7 Madianiti patate.
    1 scatola di fagioli.
    2 spicchi di aglio
    Un paio di pezzi di braciola di maiale
    1 pomodoro di media
    1 bicchiere di vino.
    Alcuni pezzi di salsiccia.
    Una manciata di vermicelli 
    Paprika.
    Prezzemolo fresco tritato, una manciata.
    Sale, olio, colorante.

Sbucciate e tritate le patate per la zuppa ( ogni patata in 8 pezzi),  mettere in una pentola e ricoprire con acqua fino a un paio di dita sopra le patate. Lavare i fagioli e aggiungere allo stufato. Far bollire a fuoco medio. Nel frattempo, in una padella a parte mettere a rosolare aglio, cipolla e peperoni, tutto tagliato a pezzetti. A metà cottura, aggiungere la carne e la salsa di pomodoro. Al termine, aggiungere un cucchiaino di paprika e un bicchiere di vino.
Tutto questo si aggiunge alla zuppa di patate, quando  è evaporato l'alcool nel vino. Far bollire finché le patate cominciano a cadere a pezzi.  A questo punto si aggiunge il prezzemolo, un pizzico di paprika e i vermicelli. Salate e fate cuocere fino a quando sono i vermicelli sono cotti.

Lasciate riposare e servite. Di solito accompagnato con gofio ... deliziosa!
Ma cos'è il Gofio lo svelerò ....................in seguito.




1 commento:

  1. Già la foto fa arrivare subito dagli occhi al palato..............ciao Azzurra

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