lunedì 30 aprile 2012

Pianta il tuo dolce "Berry in fiore"


Ci siamo:
per gioco ho piantato dei berry ....e guardate, dopo qualche giorno...... che meraviglia!!!!




giovedì 26 aprile 2012

"IO NON VEDEVO LA BIBBIA, LA SOGNAVO" Temi religiosi nell'opera di Marc Chagall




Anche i soggetti biblici erano una componente essenziale del suo mondo interiore, «fin dalla prima gioventù» trascorsa in Russia, nel villaggio natale di Vitebsk: «Mi è sempre sembrato e mi sembra tuttora che la Bibbia sia la principale fonte di poesia di tutti i tempi. Da allora, ho sempre cercato questo riflesso nella vita e nell'arte. Per me, come per tutti i pittori dell'Occidente, essa è stata l'alfabeto colorato in cui ho intinto i miei pennelli.»
Quando, nel 1930, il mercante d'arte ed editore Ambroise Vollard gli propose di illustrare proprio il libro sacro dell'ebraismo (impresa titanica che, dopo Rembrandt, non fu più tentata da alcun artista) Chagall accettò con comprensibile entusiasmo e umiltà.
Prima di iniziare il lavoro, sentì urgente il bisogno di un contatto reale con il mondo ebraico: per questo motivo nel 1931 si imbarcò per la Palestina. Non fu soltanto un'esperienza spirituale, un pellegrinaggio o un ritorno alla terra d'origine, ma anche un'esperienza plastica: egli scoprì, commosso, i paesaggi riarsi, ridotti alla loro essenzialità, immersi in una luce diversa, sfolgorante. Una luce che volle accendere nelle incisioni e nelle tele per interpretare e amalgamare, come aveva fatto in dipinti precedenti su temi diversi, gli elementi della realtà e della visione. Da questo viaggio riportò l'impressione più forte della sua vita.
Chagall incise 105 lastre che illustrano episodi importanti, ma anche marginali, delle Sacre Scritture. Fu un florilegio tematico del tutto soggettivo, suscitato anche dai ricordi giovanili della vita religiosa a Vitebsk. Infatti le scene bibliche, incentrate sul tema dell'Uomo come creatura di Dio, sono quadretti di vita di un villaggio ebreo di quei tempi e quindi connesse a un presente, a una quotidianità, di cui l'arte di Chagall riesce a svelare il mistero: «Chagall legge la Bibbia e subito i passi biblici diventano luce per tutti», scrisse, a questo proposito, il filosofo Gaston Bachelard.
Nell'arco della sua lunga esistenza, il pittore russo dedicò ben 450 opere alla Bibbia; fra queste 17 grandi quadri a olio. Egli stesso ammise esplicitamente che queste opere non hanno un restrittivo valore confessionale, ossia non sono la rappresentazione della religione ebraica, ma hanno un significato spirituale e poetico universale.

Basti pensare all'immagine solitaria di Cristo che compare in molte sue tele come simbolo della «tragedia del mondo», di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere, supplizio per le loro idee politiche o religiose.

mercoledì 25 aprile 2012

Voglia di Tenerezza e le ricette di Aurora: "Zuppa di crescione"



VogliadiTenerezza
Libro
Titolo: Voglia di Tenerezza (tit. originale Terms of Endearment)
Autore: Larry Mcmurty
Prima edizione italiana Mondadori 1984 (prima ediz.orig. 1975)
Film
Titolo: Voglia di tenerezza (tit. originale Terms of Endearment)
Regia: James L. Brooks
Interpreti: Shirley MacClaine, Jack Nicholson, Debra Winger, Jeff Daniels 
Anno: 1983
Vi ricordate di Voglia di tenerezza
A febbraio quando ha nevicato tanto e per 7 giorni ci siamo ritrovati senza energia elettrica, ho ripreso dalla libreria dello studio, un vecchio romanzo degli anni ottanta......l'ho riletto a lume di candela!!!
Questa volta ,però durante la lettura mi sono rammentata del film prodotto da James Brooks e sono riuscita a rivederlo .....
Anche se non l'avete visto, ne avrete forse sentito parlare, a parte gli Oscar vinti: Voglia di Tenerezza racconta un intreccio di storie semplici, ma verosimili, prive di miele o del  solito lieto fine che ci coglie con un sorriso alla fine di un film, per poi dimenticarcelo alle spalle. Tanti rapporti reali e complessi: una madre e una figlia, la figlia e il marito, la figlia coi propri figli, la madre con i propri uomini. Tradimenti, perlopiù meschini. 

“Il successo di un matrimonio dipende sempre dalla donna” disse la signora Greenway.“Non è vero” disse Emma senza alzare la testa.

Aurora ed Emma, madre e figlia, due caratteri completamente diversi: la prima, donna seducente pur in tarda età, un nutrito corteo di spasimanti in lotta per lei, rappresentante di una femminilità sobria, elegante e brillante; la seconda, un'erede spettinata, dai tratti e i modi più grossolani, sposata a Flap, un uomo ugualmente medio, e pertanto  non  apprezzato dalla suocera. Nel mezzo, tanti battibecchi tra le due. Per il matrimonio di Emma e Flap inizia, come per molte coppie, il lento degradare dell'unione nella mediocrità di tutti i giorni. Il grande amore si sgretola nella graduale distanza, coi reciproci tradimenti, i rancori, i figli ognuno diverso e problematico per la freddezza o il troppo attaccamento; e nel frattempo, continua la parallela corsa di Aurora contro il tempo, a contornarsi di corteggiatori ora litigiosi ora adoranti, in piccole diatribe continue per sentirsi ancora piacente. Finché Emma non si ammala.
Voglia di Tenerezza racconta l'amore effimero, un poco deludente, sconcertante per il modo in cui si propone senza mezze misure, o tradisce le promesse solo per alleviare un poco le paure. 
“Emma gli diede un'occhiata. Fu l'ultima volta che Flap la guardò davvero negli occhi. Dieci anni dopo, scendendo dal letto di una donna da quattro soldi a Pasadena, ricordò quegli occhi verdi e per tutto il pomeriggio, lavorando alla Huntigton, fu assillato dalla sensazione di aver fatto qualcosa di sbagliato, sbagliato, sbagliato, tanto tempo prima.”

 Aurora ed Emma  sono il simbolo di un certo tipo di storia femminile senza ricadere nei luoghi comuni: quel che conta però, in Voglia di Tenerezza è l' idea che la vita va realmente vissuta con tutte le sue emozioni ,comprese quelle culinarie ......Aurora infatti, non rinucia neanche al piacere della buona tavola.....!!

"La cena,servita nel patio,fu magnifica: funghi ripieni di patè, minestra fredda di crescione, indivia e un piatto di vitello di cui Emma non conosceva il nome, con salsa agra e ratatouille; poi formaggio, pere e caffè,.....".



Ecco  che finalmente ho trovato qualcosa di interessante in questo vecchio romanzo ingiallito...!!!
Una miriade di ricette che la signora Greenway  prepara per sedurre il suo nutrito corteo di spasimanti!! e non di meno per soddisfare il  suo gusto sobrio ed elegante......!!!
Una delle sue specialità nelle calde serate estive era servire una  rinfrescante zuppa fredda di crescione.....


martedì 24 aprile 2012

Zuppa di fragole "cibo da fate"



La fragola era conosciuta e apprezzata fin dai tempi antichissimi. Da reperti archeologici dell'epoca Preistorica sappiamo che già se ne cibavano le tribù primitive.
Nei poemi come nella Bibbia, nelle favole mitologiche e nei più antichi trattati di medicina e botanica, si trovano elogi e menzioni di questo frutto. Virgilio le elogia in una sua celebre egloga, in cui invita i golosi fanciulli a guardarsi dai serpenti nascosti nell'erba, quando vanno nei boschi a raccogliere le "nascentia fragra".
Shakespeare, che ne era golosissimo, io definisce "cibo da fate".
Nella storia sacra si parla spesso della fragola come alimento benefico e incomparabile dono di Dio. Si sa che era un cibo prediletto da San Giovanni Battista, convinto vegetariano, che si nutriva quasi esclusivamente di frutta, ma anche dall'austero San Francesco di Sales, che ne lodava la fresca innocenza e il meraviglioso sapore.
La fragola ha avuto riconoscimenti da parte di medici,erboristi e naturalisti di ogni tempo.
Plinio ne parla come di prezioso frutto del bosco da amare ed apprezzare; il grande Linneo, fondatore della moderna botanica, ma anche valente medico ed erborista, la definisce "bene di Dio", affermando che, secondo la sua diretta esperienza, la fragola è incomparabile rimedio contro la gotta. Sembra che anche gli antichi romani  conoscevano e apprezzavano questo frutto selvatico, che nel Medioevo, di- venne addirittura il simbolo della tentazione.
Le dame francesi di quell'epoca si procuravano le fragole dai contadini e si deliziavano nel mangiarle con zucchero e panna. Anche Luigi XVI, il re Sole, aveva una vera passione per le fragole, al punto da farle coltivare nei giardini di Versailies. Se è vero che la fragola era conosciuta fin dai tempi antichi, è anche vero che i tipi di fragole che sono oggi in commercio hanno un'origine abbastanza recente. Infatti fino al 1400 l'unico tipo di fragola esistente era quella selvatica; sembra che i primi tentativi di coltivazione risalgono proprio a quel periodo in Inghilterra, paese dove il frutto selvatico era particolarmente diffuso.
Da notare che gli inglesi per tradizione sono golosissimi di fragole; le hanno anche nobilitate inserendo delle piante di fragole come ornamento in molte corone duttili.
Dobbiamo però arrivare al '700 per trovare negli orti e nei giardini questo frutto, ingrediente prezioso e prelibato nelle preparazioni tipiche della cucina di quel tempo.
La fragola moderna ebbe infatti origine in Francia, nel 1766, come incrocio tra due qualità selvatiche americane, la "Fragaria Virginiana" degli Stati Uniti orientali e la "Fragaria Chiloensis" della costa dei Pacifico.
Il primo ibrido ("Fragola Ananassa"), più grande e più gustoso delle due piante madri, venne in seguito ibridato e reibridato. Nel 1892 Thomas Laxton, un coltivatore inglese, produsse da questa specie la squisita "Royal Sovereign", ancora considerata la fragola dal sapore migliore.



Zuppa di fragole
 Ingredienti per 4 persone:

Per fare il sorbetto è meglio se avete la  macchina per il gelato,in caso contrario, è necessario mescolare molte volte durante il congelamento.

Sorbetto al lime e fiori di sambuco:
5 gr  fiori di sambuco
4 tazze di acqua
1,5 dl di zucchero semolato
1  lime, (scorza finemente grattugiata)
2 lime spremuti

Zuppa di fragole:

500 g di fragole
0,5 dl di zucchero semolato
1,5 tazze di acqua

Preparazione:

Il primo Sorbetto:
Lessare i fiori, acqua e zucchero. Fate bollire scoperto per 5-10 minuti. Lasciare raffreddare.
 Mescolate la scorza di limone e succo di lime con lo sciroppo. Mettere nella macchina  del gelato finché il composto è congelato, circa 20 minuti.
Mettetelo nel freezer nel caso non l'avete avendo cura di mescolarlo spesso altrimenti nel freezer diventa duro.
Zuppa di fragole:
Lavare e pulire le fragole.
Fate bollire lo zucchero e l'acqua per circa 5 minuti.Lasciare raffreddare.
Ridurre le fragole in un robot da cucina , aggiustate di sale se necessario altro zucchero o diluire con acqua se troppo densa. mettere per 20 minuti nel freezer
Versare nelle fondine e aggiungere le palline sorbetto.

lunedì 23 aprile 2012

Lezione d'arte 3 "Adamo ed Eva "di Gustav Klimt

Adamo ed Eva, 1917-1918, Gustav Klimt, Vienna, Österreichische Galerie, Olio su tela 173x60 cm.

Quando Hoffmann progettò il salotto dell'abitazione di Sonja Knips scelse Adamo ed Eva come centro focale dell'ambiente e le opalescenti cromie (dai rosa più delicati alle tonalità più raffinate) del suo ritratto, per armonizzare la composizione, persino i sedili di color carminio spento, con l'eburnea bellezza di Sonja, vista dall'architetto come una sorta di "Eva klimtiana". In Adamo ed Eva non c'è più la coppia di amanti di Amore e Il Bacio, non c'è l'ardente passione e il desiderio dei corpi, ma un'atmosfera di appagamento dei sensi e soprattutto di armoniosa corrispondenza spirituale. La donna ha un volto addolcito nell'espressione e nell'opulenta rotondità, emerge da un piedistallo di fiori, il capo è reclinato da un lato come ne La vergine e poi La sposa, ma gli occhi cristallini sono ben aperti sul mondo. La linea del disegno corre veloce attorno al suo diafano corpo, come appare evidente anche in uno schizzo, esaltato dalla "scura fisicità" di Adamo e dai cromatismi vivaci della decorazione. Eva rappresenta forse l'aspirazione a quel mondo primigenio ormai perduto e il superamento di quella battaglia tra i sessi, che compare in maniera ossessiva invece in dipinti quali La donna e la morte di Schiele. La donna è protettiva e rassicurante nei confronti di Adamo e veglia sul suo sonno; o, forse, è la sua stessa emanazione, non più fisica, ma onirica, colta nel momento stesso della creazione. Un velo di mistero avvolge comunque i dipinti di questi ultimi anni, i cosiddetti dipinti "filosofici", rimasti per lo più incompiuti. In quest'ultima fase infatti tutto sembra "mescolarsi", ma non c'è compiacimento edonistico ed è difficile credere che Klimt tentasse semplicemente di occultare le pieghe più spiacevoli dell'esistenza. Sembrerebbe piuttosto delinearsi una nuova fase di disincanto: i ruoli tra i due amanti si ribaltano e, mentre l'uomo sogna, Eva recupera la propria autocoscienza, non è più la seduttrice languida o la sirena distruttrice, ma una nuova creatrice per l'umanità.

La cucina svedese




Il ricordo più bello di Stoccolma è un pomeriggio intero passato in un barettino piccolissimo, tutto arredato in legno, a fare delle chiacchiere davanti a tè e torte ai lamponi, accompagnati dalla più stravagante guida che io potessi avere: mio " figlio"Bjorn.
Ci sono stata ad agosto di qualche anno fa, l’unica settimana di sole in cui pioveva tutti i pomeriggi, a visitare la famiglia di mio "figlio". Prima di partire ero scettica, Stoccolma non era tra le mie mete ideali, me la immaginavo fredda, asettica, un po’ cupa e poco interessante. “Ma di tutti i posti belli e caldi dovevi proprio scegliere Stoccolma?”
Per di più la sua casina non era propriamente a Stoccolma, ma in periferia a mezzora di treno dalla capitale, nella foresta!!!.
Ci armiamo di spirito di avventura e partiamo.


Sarà stato il sole tutti i giorni, il cibo, la compagnia, ma Stoccolma ha vinto tutti i miei pregiudizi e si è conquistata dei ricordi davvero felici.
La prima cosa bellissima della Svezia è che mangiano in maniera obesa! :) Dolci e tortine in quantità.. sempre!
  • Si inizia la mattina con una colazione a base di caffè, latte, cereali, frutta, cracker, qualche affettato e formaggio.
  • Si pranza alle 11 circa con una fetta cicciona di torta e qualcos’altro di ipercalorico.
  • Alle 14 si fa la fika (giuro), la “merenda” svedese con caffè e kanelbullar (mmm…).
  • Si cena alle 18 con una fettazza di carne o pesce insaporita con salsine e verdure (o in alternativa pasta scotta condita col ketchup, l’ho visto coi miei occhi). Un piatto tipico per la cena sono le kötbullar, polpette speziate servite con purè e una salsa marrone densa. Ottime.
  • Alle 21 circa ci si ritrova tutti a casa di qualcuno per mangiare dolci davanti alla televisione, rigorosamente senza scarpe.

A Stoccolma è bello camminare tra i vicoli, sui ponti, e fare un sacco di pause dentro i bar per riscaldarsi e inciccirsi un po’, in mezzo alle chiacchiere.
Da vedere: consiglio il Vasamuseet, un museo semibuio sulla storia navale della Svezia costruito attorno ad un galeone enorme del 1600 (vero), e il Moderna Museet, sull’arte moderna, alcune opere davvero belle (Munch, Picasso, Dalì…).

Per il resto godetevi l’aria fresca della Svezia, che col sole dà il meglio di sè. Il mare. Cioè, non due pozzangherine a caso, il mare proprio! Uno spettacolo che non mi dimenticherò davvero mai..In special modo il viaggio in battello "Cindarella boat" per arrivare all'isola di Sandam, ultima isola dell'arcipelago di Stoccolma sul mar Baltico......quasi in Finlandia!!!
Il quartiere più bello da visitare è Gamla stan, la città vecchia, che culmina in una piazza coloratissima. Dove ci  molti posti in cui si può trovare una cioccolata calda o per i più una birra svedese.
A Stoccolma abbiamo mangiato in magnifici  posti ,compreso il terrazzo del teatro dell'Opera; ristoranti dei musei e ex cliniche psichiatriche, pizzerie italiane..... per non parlare poi del cibo da strada....hot-dog e altro!!!



Tra le bevande svedesi ricordo infine che, come tutti i popoli nordici, anche gli svedesi hanno una predilizione per la birra. La produzione locale di birra svedese si concentra in particolare nella starköl, mellanöl, e lättöl. In Svezia non mancano inoltre la Snaps (acquavite) e il classico glögg (il tipico vin brulé svedese).

Insomma, a Stoccolma ce n’è per tutti i gusti, basta essere affamati!


domenica 22 aprile 2012

Hummus



La prima cosa che viene in mente pensando alla cucina mediorientale è probabilmente il kebab. Pezzettini di carne aromatizzati fatti cuocere su un particolare spiedo verticale e serviti in un pane tipico.

Un cibo da passeggio quindi, come lo potrebbe essere un hamburger, un hot-dog o un panino con le panelle… Un panino veloce da mangiare per strada.


L’altra faccia della cucina mediorientale è quella più contemplativa e riflessiva, della condivisione del cibo seduti intorno a un tavolo basso a sorbire il tè alla menta o mangiare attingendo da grandi piatti in cui fanno bella mostra di sé couscous, stufati di agnello o manzo, tagine, creme in cui intingere pezzetti di pane. Viene fame solo a pensarci!

Le proibizioni alimentari dettate dalla religione non hanno di certo limitato la fantasia delle donne arabe, le cui pietanze fanno largo uso di spezie, frutta secca, pollame, verdura, pesce e uova e che, per le dominazioni prima, per l’emigrazione dopo, si sono diffuse in paesi ben lontani dal luogo d’origine.

Coltivato fin dall’età del bronzo in Iraq e ingrediente di primo piano nella cucina mediorientale è il cece. A parte il suo contributo nella creazione di zuppe, lo si ricorda principalmente per due ottimi piatti: i falafel e l’hummus. Il primo una sorta di polpetta fritta, il secondo una morbida crema che si mangia sul pane arabo oppure che funge da accompagnamento agli stessi falafel (ma è ottima anche sul kebab!). Ideale per un antipasto anche sulle nostre tavole.
L’hummus è velocissimo da preparare.





sabato 21 aprile 2012

Giuditta I , è un'opera realizzata da Gustave Klimt nel 1901. E' conservato a Vienna. Il soggetto del quadro ha un preciso riferimento biblico; nell’Antico Testamento Giuditta è una nobile vedova ebrea che riuscì a salvare la sua città di Betulla dall’assedio degli Assiri seducendo e poi decapitando il loro generale Oloferne.

venerdì 20 aprile 2012

Pan dei Mej
















Ricetta della tradizione religiosa  per la festa di S.Giorgio (Martire), il 23 di aprile, patrono del mio paese Ripi in provincia di Frosinone.....


Palio di San Giorgio

Ripi

Torta di Santiago


Oggi preparo uno dei dolci più popolari in Spagna, la torta di Santiago, un dolce della tradizione galiziana che è fatto utilizzando come elemento principale le mandorle con l'aggiunta di zucchero e uova. La sua caratteristica è di avere forma tonda, ricoperta di zucchero a velo con riportata la croce dell'ordine di Santiago come segno di identità. L' aroma tipico di mandorla, il colore bianco nella copertura della superficie  e  la decorazione con la croce danno luogo a un tipico dolce unico al mondo con un sapore mandorlato e una consistenza spugnosa e granulosa.
Per quanto riguarda le mandorle devono essere di prima qualità e di varietà mediterranee, e devono rappresentare almeno il 33% della massa(peso totale), lo zucchero semolato in un percentuale di almeno il 33% e le uova in una quantità di almeno il 25%, poi ci sono anche la buccia di limone e lo zucchero a velo.
La torta di Santiago è piacevole se accompagnata a vino dolce, grappa o vinaccia, dando vita a un accostamento d' arte culinaria.
E dopo che il mio amico spagnolo " Cocinando entre olivos" mi ha insegnato la teoria  di questo dolce e dopo averlo annoverato tra le ricette di tradizione religiosa che colleziono;
 il 25 luglio dell'anno scorso per la festa di San Giacomo (il maggiore) mi sono cimentata per la prima volta in questo cammino, se pur breve!!!!

giovedì 19 aprile 2012

Esperienza canadese :Rotolo di salmone ripieno di gamberi e cappesante.

Little Italy Montreal


Ho vissuto per un brevissimo periodo nel quartiere della "Little Italy" di Montrel  ritenuta una delle città più vivaci del continente, la capitale culturale del Quebec è un posto elegante e divertente, oltre ad essere sofisticato, pittoresco e alla moda. Per un assaggio dei tempi passati fate una camminata lungo strade lastricate tra edifici risalenti al Diciassettesimo secolo nella Vecchia Montreal e nel Porto Vecchio, dove oltre a diversi musei ed artefatti che raccontano il passato illustre della città, si trova la spettacolare Basilica di Notre-Dame. I Giardini Botanici sono un’altra straordinaria attrazione ed hanno immensi giardini a tema immersi in un’atmosfera rilassata. Il Parco di Mont-Royal raggiunge i 232 metri d’altitudine e domina dall’alto la città, offrendo l’opportunità di fare foto e di trascorrere una giornata all’aperto. Il Plateau Mont-Royal è un’area densamente popolata ed è ufficialmente il luogo più creativo del Canada.

 È l’unica provincia dove il francese è la lingua primaria e il governo quebecchese fa del suo meglio per valorizzarla, alcune volte esagerando un po’, devo dire. Infatti alcune persone qui in Québec tendono a considerarsi diversi dal resto del Canada, sia per via della lingua francese, sia dal punto di vista culturale. In passato, hanno addirittura provato a chiedere la separazione dal paese, senza risultati però.
 Questo spirito di differenziazione mi ha sorpreso all’inizio, essendo completamente opposto dalla mentalità coesiva e tollerante del paese.
 Al di là di questo, lo trovo un posto splendido e che consiglio a tutti di visitare, pieno di cultura, arte e vita, con gli eventi, mostre, spettacoli e festival che si susseguono costantemente, soprattutto a Québec (la città principale) e a Montreal. 
Tra le esperienze positive anche quelle della cucina. 
Montreal (e il Canada per molti versi) sono un mosaico di culture. Facile quindi mangiare, con soddisfazione, piatti locali (poutine e coda di castoro) e piatti esotici, da cucine asiatiche, europee, americane di ogni genere, con ottima qualità.Gli Italiani immigrati sono comunque parte integrante di questa nazione multietnica e sopratutto a Montreal  costituiscono l'ossatura portante dell'economia della città.
In Canada le tradizioni della cucina italiana importata dagli immigrati si è arricchita moltissimo di pesce che qui è abbondante e buonissimo!!
Questa ricetta di origine canadese viene preparata nella pescheria Sharmock a Montreal da mia cugina Mirella , che ne proprietaria!!!

Farcito con gamberi e cappesante , con una delicata salsa beurre blanc, questo rotolo di salmone ...........  rappresenta una perfetta integrazione culinaria , tra i prodotti del territorio la salsa di origine francese e la fantasia della cucina italiana.

Suggerimento: Vi accorgerete che la scuoiatura  è molto  difficile per voi, allora potete anche chiedere al pescivendolo di togliere la pelle e la lisca al salmone per ridurre il lavoro di preparazione a casa.



Ingredienti per 8 porzioni :

   
 100gr di  filetto di salmone
    
1/4 cucchiaino (1 ml) di sale e pepe


    
 Ripieno:


    
1 albume d'uovo
     250 gr di
 gamberi, sgusciati e puliti
     250 gr
 di cappesante
    
3/4 tazza di mollica di pane fresco
    
1/3 tazza  erba cipollina fresca tritata
    
1/4 tazza di prezzemolo fresco tritato
    
1 cucchiaino buccia di limone grattugiata
    
1 cucchiaino dragoncello fresco tritato (o 1/4 cucchiaino / 1 ml essiccato)
    
1/4 cucchiaino di sale e pepe


    Salsa
 Beurre Blanc:


    
2 scalogni, tritati
    
1/3 tazza  aceto di vino bianco
    
1/4 tazza  vermouth secco
    
3/4 tazza  burro non salato, a cubetti
    
1 cucchiaio dragoncello fresco tritato
    
1 cucchiaino di succo di limone
    
1 pizzico di sale


Preparazione:


Ripieno:

 In una terrina, sbattere il bianco d'uovo fino a renderlo spumoso, mettere da parte. Tritare gamberetti, tagliare le cappesante in  cubetti. Aggiungi  i frutti di mare al bianco d'uovo. 
Aggiungere il pane sbriciolato, erba cipollina, prezzemolo, scorza di limone, il dragoncello, sale e pepe; miscelare bene per combinare gli ingredienti. Mettete in frigorifero. Eliminare la pelle ai filetti di salmone, anche gli eventuali filamenti argento rimanenti.;Tagliare ogni filetto in modo da  aprirlo come un  libro. 
Cospargere  metà del filetto con sale e pepe. Poi mettere il ripieno sul filetto in maniera uniforme e lasciando i bordi liberi.
A partire dal lato con ripieno, arrotolare. Con lo spago da cucina, legare a intervalli di 2.5 cm. 
Poggiarli su carta da forno allineati nella teglia. Cospargete con sale e pepe. 
Coprire e refrigerare per 2 ore.
 Cuocere in forno a 190 ° C per circa 50 minuti. 
Trasferire sul tagliere;coprire con carta da forno e lasciare riposare per 10 minuti.

Salsa Beurre Blanc: 


Nel frattempo, in piccola casseruola, far bollire lo scalogno, aceto e vermouth fino a ridurre  per circa 3 minuti. Ridurre il calore e con una  frusta  aggiungere il burro, pezzo per pezzo, sbattere fino a che la salsa è liscia. Aggiungi il dragoncello, il succo di limone e sale.

Per servire:
Utilizzando coltello da chef tagliare  trasversalmente in porzioni dello spessore di 2,5 cm, rimuovendo il laccio. Servire con la salsa beurre blanc e contorno di asparagi.


Lezioni d'arte 1" Bacio" di Gustav Klimt

 Sicuramente klimt rappresenta il pittore dell'universo femminile ed è per questo che forse l'ho eletto il mio preferito!!!

mercoledì 18 aprile 2012

Zuppa di noodle piccante con salmone.

Zuppa di noodle piccante, fatta coi vari elementi che sono facili da avere in casa. Noodle, pasta di curry, lattina di latte di cocco sono prodotti durevoli che si possono avere nella  dispensa per chi ama i sapori orientali, il salmone può essere conservato nel congelatore e, in effetti, anche se gli spinaci surgelati non sono da scartare in caso di cena all'ultimo minuto. Ecco la zuppa a base di peperoncino fresco, menta, scalogno , ma si potrebbe anche usare peperoncino  e menta essiccati. Se non avete cipolle un po lo scalogno finemente tritato funziona anche. La zuppa può essere variata con gamberi o il pollo cotto al posto del salmone, o anche puramente vegetariana con più spinaci e piselli.
Questa zuppa dal sapore orientale l'ho imparata a cucinare in Svezia ed è questa la ragione della presenza della variante al salmone.

Eva Solo

Caraffa

Marimekko

                         Socks Rolled Down Dessert Bowl

martedì 17 aprile 2012

Brioche Chocolate & Vanilla

E questa è la Brioche, tipicamente francese, e così meravigliosamente buona.

Questa Brioche è molto morbida. Con il ripieno di cioccolato fuso caldo e il buon gusto di vaniglia è favolosa  appena fatta!

A casa mia la amono appena sfornata con una cioccolata calda......!!!

Zuppa di carote

Zuppa da tenere in thermos per la gita, in viaggio o in bicicletta  ogni qualvolta si richiede un piccolo pic-nic. Cioccolata calda o caffè non bastano ci vuole anche buona minestra calda  che  è migliore. Questa zuppa di carote è molto semplice, ho solo aggiunto un pò di curry e arancio. Può essere fatta in anticipo e quindi può essere riscaldata e versata anche in un termos.
Si può servire con spicchi di arancia e panna acida o crema di latte. E con ogni buon pane, naturalmente.

SWEET di frutti rossi

Sempre in tema di frutti di bosco, avevo il desiderio di una crostata con i frutti rossi e mi ritrovavo delle  formine per tartellette da utilizzare e quindi stamattina ho preparato queste crostatine con le mie fantastiche formine :) usa e getta!!
Le crostatine sono venute davvero graziose e deliziose e  servite impacchettate con il cucchiaino di legno acquistano quell'eleganza che questi stampini non hanno.

venerdì 13 aprile 2012

Quando arriva la primavera la zuppa si trasforma:
calda o fredda con verdure di stagione  rigeneranti, ricche di vitamine e antiossidanti.

Blueberry Muffins

 IL MIO FRUTTO PREFERITO

MIRTILLO NERO
(Vaccinium myrtillus)

FAMIGLIA: Ericaceae mirtillo nero

HABITAT: abbondante nel sottobosco con terreno siliceo e quindi acido in mezza montagna, in tutto l'emisfero settentrionale.
PARTE USATA: le foglie e le bacche raccolte in estate.
PREPARAZIONI FARMACEUTICHE CONSIGLIATE: estratto secco nebulizzato e titolato in antocianosidi totali espressi come antocianidine min. 23,2% e max. 26,4% (Farmacopea Italiana X). Il suo dosaggio giornaliero va da 2 a 3 mg. per kg di peso corporeo, suddivisi in due somministrazioni lontano dai pasti. Può essere somministrato anche per lunghi periodi di tempo.
COMPOSIZIONE CHIMICA: è una pianta ricca di antocianine, delle quali almeno sette sono state identificate. Abbondanti sono anche i tannini, che rappresentano circa il 7% del peso della pianta secca, e i flavonoidi.
PROPRIETÀ TERAPEUTICHE: Azione sull'occhio e sui vasi sanguigni: è noto da tempo che l’ estratto secco titolato di mirtillo è in grado di migliorare la visione notturna. Infatti esso facilita la rigenerazione della rodopsina, che è il pigmento retinico essenziale per la visione in condizioni di scarsa luminosità.
La sua utilità a livello oculare non si limita però solo a questo; infatti esso è capace di combattere la fragilità e l'eccessiva permeabilità vasale, mostrando quindi un'azione capillaroprotettiva ormai ben dimostrata sia a livello dei vasi sanguigni della retina sia di quelli periferici. Queste azioni si spiegano col fatto che le antocianine sono capaci di inibire l'attività di alcuni enzimi che distruggono il collageno e i tessuti elastici, quali le elastasi e le collagenasi.
Studi clinici rigorosi dimostrano che gli antocianosidi del Mirtillo riducono i danni ai capillari della retina in modo statisticamente significativo rispetto al placebo in pazienti che soffrono di retinopatia ipertensiva e/o diabetica. Ricerche effettuate su soggetti adulti diabetici hanno dimostrato che la somministrazione per bocca di 300 mg al giorno di estratto secco titolato di mirtillo provoca una significativa riduzione della sintesi del connettivo e del tessuto fibroso in genere. Siccome una delle cause principali della retinopatia diabetica è l'aumentata produzione di connettivo, gli antocianosidi possono essere utili per prevenire la retinopatia diabetica.
Azione protettiva sui vasi venosi: questa azione è dovuta agli antocianosidi presenti nel mirtillo, che si sono dimostrati capaci di inibire l'attività di alcuni enzimi proteolitici capaci di distruggere il collageno e il tessuto elastico, quali le elastasi e le collagenasi, rendendo in tal modo il connettivo più stabile ed elastico. Inoltre gli antocianosidi agiscono positivamente sulla parete dei vasi sanguigni venosi, diminuendo il livello delle glicoproteine in essi accumulate, e favorendo così la normalizzazione della resistenza e dell'elasticità della parete dei vasi.
Azione antiradicalica: gli antocianosidi del mirtillo inibiscono validamente i radicali liberi, essendo in grado di intrappolare quasi tutte le specie radicaliche conosciute. Studi in laboratorio effettuati recentemente hanno dimostrato che l'estratto secco di mirtillo alle dosi indicate prima è in grado di ridurre notevolmente l'ossidazione delle LDL indotta dal rame. E’ ormai noto che è proprio l’ossidazione delle particelle di colesterolo LDL la causa fondamentale della formazione delle placche aterosclerotiche nella parete dei vasi sanguigni. Tale azione è massima dopo circa 60 minuti e rimane su livelli significativi per circa 6 ore.
E’ stato fatto uno studio clinico su un gruppo di 8 volontari sani, di età compresa tra i 38 e i 54 anni e di entrambi i sessi, per valutare l’effetto dell’estratto di mirtillo sulle difese antiossidanti dell’organismo dopo il pasto. I soggetti consumavano per 7 giorni una dieta ricca di grassi e, al settimo giorno, si somministrava loro l’estratto di mirtillo alla dose di 3 mg per kg di peso. A partire da 60 minuti dopo tale somministrazione e per le successive 4 ore si prelevava il sangue venoso per la valutazione delle difese antiossidanti dell’organismo. Si è visto che il mirtillo incrementava le difese suddette dell’8,5% dopo 1 ora e del 15% dopo 4 ore.
Azione antidiarroica e anticistitica: recentemente si è scoperto che gli antocianosidi del mirtillo inibiscono l'adesione dei colibacilli alla parete dell'intestino e della vescica, fornendo così una spiegazione al loro uso ati fatti 13 studi clinici rigorosi per valutare l’efficacia e la tollerabilità del Mirtillo sulle infezioni ves
come antidiarroici e disinfettanti urinari.
Sono st
cicali. Gli studi clinici presenti in letteratura sono stati fatti parte con l’estratto secco di mirtillo titolato in antocianosidi e parte col succo di mirtillo. Questi ultimi sono la maggioranza. La dose media di estratto secco usata in questi studi era di 140 mg al giorno.

Indicazioni principali: fragilità capillare, in particolare a livello del microcircolo della retina, insufficienza veno-linfatica, infezioni delle vie urinarie inferiori in particolare vescicali, diarrea.
Azione prevalente: capillaroprotettiva e antiossidante.
Altre azioni: antiaggregante piastrinica, cardioprotettiva, anti-infettiva urinaria, antidiarroica.

Rose del deserto noci e ciccolato fondente

 Dopo Pasqua dolci con la ciccolata delle uova:

mercoledì 11 aprile 2012

Fagottini di mele



 Ingredienti:

7 Mele - Smith
succo di un'arancia
1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia
1/2 cucchiaino di zucchero
1/2 cucchiaino di cannella
200 g di burro, fuso


Preparazione:
Sbucciare le mele e tagliatele a dadini.
Mescolare tutti gli ingredienti rimanenti, eccetto pasta e burro.

Pasta:
Posizionare la pila di pasta fillo sulla superficie e divide in 4 parti.

Fagottini:
Ogni fascio - 4 pezzi di pasta. Spennellare abbondantemente i vari strati di pasta  con burro e metterli sovrapposti.
Porre al centro delle sfoglie un cucchiaio di composto di mele e in  modo da formare un fascio on - sollevando gli angoli insieme e chiudere a fagottino.

Dopo aver terminato tutti i fagottini spalmateli con il burro.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi,
Circa 15 minuti o fino a doratura.
Servire spolverizzati di zucchero a velo.

Zuppa di erbe antiche


Questa ricetta si preparava nei tempi passati a fine inverno quando le erbe nei campi tornavano a rispuntare dopo il gran freddo invernale, ma prima che le piante iniziassero la fioritura, questo tempo coincideva con il tempo quaresimale e quindi di astinenza dalle carni, per questo venivano usate le uova.

la Pigna

La tradizione vuole che la pigna sia dolce tipicamente pasquale e rappresenti la spugna con la quale i soldati romani hanno offerto da bere a Gesù sulla croce.

Pasticciotti salentini

I miei nuovi stampini per i pasticciotti.

I pasticciotti sono dolci tipici della cucina salentina, dalla forma ovale e ripieni di deliziosa crema pasticcera.