In questi giorni in Italia la temperatura è già estiva o quasi....... qui fa ancora freddo!
Per fortuna avevo una giacca per la pioggia e mi sono avviata al tour/architetture della città.
Due giorni tra storia, arte ed innovazione architettonica nella città più ecosostenibile del mondo!
Dammi una sirenetta, Copenhagen
sabato
Eccomi
qua! sono le tre del mattino ed è ancora leggermente buio nonostante un bagliore di luminosità.
Incredibile questo posto, una luce bellissima avvolge tutta la città. In compenso però fa un freddo come in ottobre. La
temperatura si attesta intorno ai sedici gradi, e per fortuna che ho
guardato il meteo prima di chiudere una valigia che era composta da sole
magliette ed ho aggiunto una giacca per la pioggia.
L´arrivo all`aereoporto di Copenhagen è meraviglioso, sembra di atterrare in mezzo al mare, appena dopo il ponte che collega la Danimarca e la Svezia, circondati ,dalle navi e dai mulini a vento che si intravedono nella notte. L´albergo è enorme...... sono in stanza con un'amica poco più che ventenne. Appena arrivate, siamo uscite per la colazione. Pigra e affamata, ho scelto un caffè solo perchè aveva la terrazza che si affacciava sulla piazza.
Poi abbiamo proseguito la passeggiata lungo lo Storget, il corso principale, affollatissimo di gente. Arrivate al porto canale di Nihavn, ho fatto qualche foto e siamo tornate indietro. Qui la popolazione sembra divertirsi, sono tutti allegri.!!!!
L´arrivo all`aereoporto di Copenhagen è meraviglioso, sembra di atterrare in mezzo al mare, appena dopo il ponte che collega la Danimarca e la Svezia, circondati ,dalle navi e dai mulini a vento che si intravedono nella notte. L´albergo è enorme...... sono in stanza con un'amica poco più che ventenne. Appena arrivate, siamo uscite per la colazione. Pigra e affamata, ho scelto un caffè solo perchè aveva la terrazza che si affacciava sulla piazza.
Verso il caffè |
Poi abbiamo proseguito la passeggiata lungo lo Storget, il corso principale, affollatissimo di gente. Arrivate al porto canale di Nihavn, ho fatto qualche foto e siamo tornate indietro. Qui la popolazione sembra divertirsi, sono tutti allegri.!!!!
Storget con la pioggia |
Ritorniamo alla realtà così ci informiamo per arrivare ad Holme per visitare la casa dell'architettura.
L’edificio è composto
da due unità autonome indipendenti l’una dall’altra
sia dal punto di vista funzionale che distributivo.
La composizione volumetrica è semplice ed efficace nel chiarire la doppia natura dell’edificio: due parallelepipedi di diverse dimensioni ed aspetto si incastrano l’uno nell’altro pur mantenendo rigorosamente la condizione di parallelismo. Uno dei due, sospeso di un piano ed alto tre, si presenta molto allungato per richiudere il fronte stradale e connettersi con gli edifici adiacenti; esso è rivestito di pannelli di intonaco bianco ed ospita gli Uffici del Ministero degli Esteri.
L’altro volume si estende al di sotto degli Uffici del Ministero e sembra costituire il corpo centrale dell’edificio, completamente trasparente, dal quale fuoriesce il parallelepidedo lineare di cui sopra. E’ questa la parte occupata dagli architetti. Il piano terra, impostato su un impianto a croce con entrambi i bracci passanti, ospita nel braccio trasversale un foyer gradonato, disponibile sia come spazio espositivo che come sala proiezione, e nei quattro angoli due sale conferenze e due aree per uffici. Una scala a rampe allineate attraversa il braccio longitudinale, vero momento suggestivo di articolazione spaziale dell’edificio. Esso è costituito da uno spazio a tutta altezza, corrispondente al volume di contatto tra i due parallelepipedi, attraversato da un ponte che, unico elemento non ortogonale all’intero sistema, lo taglia diagonalmente.
Percorrendo la scala si sale in uno spazio libero per quasi sei piani e si intuisce la separazione funzionale delle parti; la scala, infatti, non tocca mai il corpo degli uffici ministeriali, ma conduce solo ai piani ad essa adiacenti. Gli uffici sono concepiti tipologicamente come un corpo triplo con un corridoio centrale che distribuisce da un lato a stanze di varia grandezza e dall’altro ad una parete attrezzata.
La composizione volumetrica è semplice ed efficace nel chiarire la doppia natura dell’edificio: due parallelepipedi di diverse dimensioni ed aspetto si incastrano l’uno nell’altro pur mantenendo rigorosamente la condizione di parallelismo. Uno dei due, sospeso di un piano ed alto tre, si presenta molto allungato per richiudere il fronte stradale e connettersi con gli edifici adiacenti; esso è rivestito di pannelli di intonaco bianco ed ospita gli Uffici del Ministero degli Esteri.
L’altro volume si estende al di sotto degli Uffici del Ministero e sembra costituire il corpo centrale dell’edificio, completamente trasparente, dal quale fuoriesce il parallelepidedo lineare di cui sopra. E’ questa la parte occupata dagli architetti. Il piano terra, impostato su un impianto a croce con entrambi i bracci passanti, ospita nel braccio trasversale un foyer gradonato, disponibile sia come spazio espositivo che come sala proiezione, e nei quattro angoli due sale conferenze e due aree per uffici. Una scala a rampe allineate attraversa il braccio longitudinale, vero momento suggestivo di articolazione spaziale dell’edificio. Esso è costituito da uno spazio a tutta altezza, corrispondente al volume di contatto tra i due parallelepipedi, attraversato da un ponte che, unico elemento non ortogonale all’intero sistema, lo taglia diagonalmente.
Percorrendo la scala si sale in uno spazio libero per quasi sei piani e si intuisce la separazione funzionale delle parti; la scala, infatti, non tocca mai il corpo degli uffici ministeriali, ma conduce solo ai piani ad essa adiacenti. Gli uffici sono concepiti tipologicamente come un corpo triplo con un corridoio centrale che distribuisce da un lato a stanze di varia grandezza e dall’altro ad una parete attrezzata.
progettista: Nielsen, Nielsen
& Nielsen
localizzazione: Copenaghen – Danimarca
anno di progetto: 1994
destinazione d’uso: Architects’ Headquarters
localizzazione: Copenaghen – Danimarca
anno di progetto: 1994
destinazione d’uso: Architects’ Headquarters
Il mio primo giorno........ mi stavo innamorando della città !
Sinceramente mica l`ho capito se alla
fine ha fatto buio davvero. Mi sono svegliata verso le sei con un chiarore che entrava dalla finestra, ci siamo preparate e mentre la mia amica e andata a trovare i suoi parenti io alle nove sono
andata in stazione. Ho comprato un biglietto per Humlebaek, un posto a
40 minuti di treno, dove c`e` uno dei musei d`arte moderna piu` grandi
d´europa: il Louisiana. Mi è bastato il viaggetto in treno, per farmi
decidere che se mai emigrero´ davvero, la Danimarca e´ il paese che fa
per me. Oltre alla luminosita´ ci sono dei prati verdi immensi, appena
fuori Copenhagen le casette sono tutte singole, piene di finestrelle
bianche, e hanno tutte il giardino grande. A Humlebæk c`e´ un
meraviglioso mare azzurro. Il museo, architettonicamente è il piu bello
che io abbia mai visto. Quanto a opere, a parte un Mao di Warhol, un
paio di Picasso, e una scultura di Mirò, non l´ho trovato un gran che.
Ma parliamo della struttura. Il 10% della sua superficie contiene quadri
ed è al chiuso. Per il resto e´ un grande parco situato su una
collinetta davanti al mare, ricoperto di erba verdissima, e passeggiando
ti vedi un sacco di sculture a cielo aperto. Essendo andata di mattina,
non c´era ancora molta gente, e c´era un silenzio surreale, solo il
rumore del vento tra i faggi. L´acqua del mare era cristallina e
luccicante per il riflesso del sole che finalmente oggi si affaccia tra le nuvole. In acqua c´erano un sacco di barche
a vela. A fine visita sono uscita sulla spiaggia di sassolini per
toccare l´acqua, incurante di un cartello che diceva che una volta
usciti da li´ non si poteva rientrare nel museo.
Ho proseguito fino alla
strada, in lontananza c´era un campeggio in questo periodo ancora chiuso e di fronte un ristorantello. Mi fermo li´ per il pranzo, intorno è pieno di bambini biondi scorrazzanti. Era piu´ facile in giappone,
comunque. Loro sono consapevoli di parlare un'idioma incomprensibile e
nei menuù ci mettono le figure. In tutto questo menuù l´unica parola che
ho capito è stata roastbeef e non mi piace ed ho optato per dessert al rabarbaro. Il cameriere
parlava un´inglese stentato con una pronuncia inaffrontabile, mica come a
Copenhagen che ne sanno a pacchi.
Interno sala espositiva del museo Lousiana |
Appena torno in citta´, vado al
Carlsberg Gliptotek: un altro museo, aperto dal creatore dell´omonima
birra, che la domenica e´ gratis. Qui invece ci sono opere
impressioniste meravigliose. Una sala intera dedicata a Gauguin, alcuni
Picasso, Monet, Degas, Tolouse Lautrec. Un solo Van Gogh, ma bello da
sindrome di Stendhal. Sopra il terzo piano c´e´ una bella terrazza
panoramica con vista sulla citta´, dove ci si puo´ riposare un po´. Esco
da li´ che sono le quattro, ho davanti a me ancora sette ore di luce, e
decido di andare a vedere il Tivoli, che e´ un parco giochi tipo gardaland situato
proprio in centro.
Il castello di Amalienborg e quello di Rosenborg con la relativa stanza del tesoro e una corona tempestata di migliaia di pietre preziose. Il municipio e la sua enorme sala all´ingresso. Sono salita sulla torre circolare percorrendo tutti i duecento metri di salita ripida per arrivarci, e ho visto la citta´ dall´alto. Ho camminato un sacco di strada per ritrovarmi davanti alla famosa sirenetta di Copenhagen., che non e´altro che una statuetta alta un metro, tutta consumata e poggiata su un sasso. La guida dice che nel corso degli anni e´ stata oggetto di numerosi vandalismi, e ti credo: dopo tanta strada, viene quasi rabbia a trovarsi davanti sta cosa. Manco fosse la statua della liberta´...... e sono stata contenta di ritornare in albergo a riposare. Domani alle 6.40 si parte per tornare a casa.
Tivoli |
Radhuspladsen (piazza principale) |
Storget con il sole |
Amalienborg |
Rosenborg |
La torre rotonda |
Il castello di Amalienborg e quello di Rosenborg con la relativa stanza del tesoro e una corona tempestata di migliaia di pietre preziose. Il municipio e la sua enorme sala all´ingresso. Sono salita sulla torre circolare percorrendo tutti i duecento metri di salita ripida per arrivarci, e ho visto la citta´ dall´alto. Ho camminato un sacco di strada per ritrovarmi davanti alla famosa sirenetta di Copenhagen., che non e´altro che una statuetta alta un metro, tutta consumata e poggiata su un sasso. La guida dice che nel corso degli anni e´ stata oggetto di numerosi vandalismi, e ti credo: dopo tanta strada, viene quasi rabbia a trovarsi davanti sta cosa. Manco fosse la statua della liberta´...... e sono stata contenta di ritornare in albergo a riposare. Domani alle 6.40 si parte per tornare a casa.
Il
tempo è orribile pioggia e piccole schiarite col sole tiepido accerchiato da nuvole, ... non
voglio vedere altro così dovrò ripromettermi di tornare per vedere il resto la prossima volta!
Ciao Ciao (bye bye in danese)
Oggi sono riuscita a ricostuire questa ricetta( almeno spero!!!)
Il pranzo l 'ho sostituito con dessert ......al rabarbaro!!! |
Porridge Rhubarb
Ingredienti
600 gr rabarbaro
100 gr di zucchero demerara
160 g di cereali da colazione
20 gr di burro
20 gr di zucchero
100 grammi amaretti
½ tazza di panna da montare
Preparazione
Tagliare
in piccoli pezzi il rabarbaro, metterlo in una casseruola, e cospargere
con lo zucchero. Lasciate il rabarbaro sobbollire per 20-30 minuti a
fuoco lento con il coperchio fino a quando hanno ottenuto la consistenza
di porridge.
Sriciolare i cereali e gli amaretti gossololamente in un robot da cucina.
Mettere
il burro in una padella cospargere con lo zucchero di canna e inclinare
la padella avanti e indietro, finché lo zucchero comincia a
caramellare. Versare su un piatto e lasciate raffreddare.
Appena si intiepidisce mescolare con le briciole di cereali e amaretti.
Montare la panna con una crema leggera montata.
Sistemare in un
bicchiere da portata alternativamente uno strato di rabarbaro stufato,
uno strato di miscela di cereali/amretti e caramello e uno strato di
panna montata.
Ingredienti
600 gr rabarbaro
100 gr di zucchero demerara
160 g di cereali da colazione
20 gr di burro
20 gr di zucchero
100 grammi amaretti
½ tazza di panna da montare
Preparazione
Tagliare in piccoli pezzi il rabarbaro, metterlo in una casseruola, e cospargere con lo zucchero. Lasciate il rabarbaro sobbollire per 20-30 minuti a fuoco lento con il coperchio fino a quando hanno ottenuto la consistenza di porridge.
Sriciolare i cereali e gli amaretti gossololamente in un robot da cucina.
Mettere il burro in una padella cospargere con lo zucchero di canna e inclinare la padella avanti e indietro, finché lo zucchero comincia a caramellare. Versare su un piatto e lasciate raffreddare.
Appena si intiepidisce mescolare con le briciole di cereali e amaretti.
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